12 Ottobre 2022
TIRA FUORI LA STREGA CHE C’E’ IN TE!
Il Samhain.
Halloween è una delle 8 feste principali pagane o “Sabba” che si celebrano ogni anno e che sono legate all’andamento delle stagioni o si rifanno agli antichi riti delle civiltà precristiane.
Questa festa è uno dei Sabba maggiori che celebrano importanti appuntamenti con la natura, come la semina, la crescita, il raccolto e il maggese.
Halloween non è il suo nome originario: i Celti la chiamavano Samhain (“tempo della riunione”) e corrispondeva al loro Capodanno.
Era ritenuto uno dei giorni più magici dell’anno, in cui si assottigliano i confini tra mondo materiale e quello spirituale, e gli spiriti dei defunti venivano a far visita agli esseri umani.
Si celebrava la morte del vecchio e l’inizio del nuovo, due aspetti della vita che rappresentano la purificazione e la rigenerazione. Era quindi il momento della riflessione interiore per prepararsi al rinnovamento.
Alcune donne sagge, che poi saranno chiamate streghe in seguito agli avvenimenti storici che hanno riguardato queste figure, avevano allora un ruolo importante nella comunità poiché praticavano riti guaritori a fin di bene. Essendo esse conoscitrici delle erbe e dei loro poteri, si riunivano il 31 ottobre proprio per festeggiare il nuovo ciclo vitale che cominciava; erano infatti figure molto legate alla natura.
Le persone della comunità si rivolgevano molto spesso alle streghe per curarsi, per i filtri o per abortire. Conoscendo i metodi per impedire nascite e per provocare la morte, esse vennero infatti, con il passare del tempo, demonizzate e considerate un nemico che andava distrutto, una creatura del diavolo.
Le streghe conoscevano le erbe, anche quelle allucinogene. Facevano viaggi che superavano i limiti della realtà, che le mettevano a contatto con dimensioni sconosciute, cioè con quello che veniva considerato il mondo dei morti, ed ecco perché quella del 31 ottobre venne poi chiamata “La notte delle Streghe”.
MA QUALI SONO LE ERBE PIU’ UTILIZZATE DALLE STREGHE?
E’ tempo di raccolta… la notte di San Giovanni carica di magia è il momento perfetto per raccogliere ciò che ci serve per i nostri riti.
Belladonna che, secondo la tradizione, deve il suo nome all’effetto di dilatazione delle pupille provocata dalla diluizione della pianta in acqua e utilizzata come collirio, che veniva sfruttata dalle donne per rendere lo sguardo languido e profondo.
Le streghe si cospargevano il corpo con un unguento che ricavavano dall’insieme di queste tre erbe: Giusquiamo (l’erba del sonno), la Belladonna, e l’Aconito (strozzadiavoli), tre potenti veleni che sapientemente dosati si annullavano a vicenda creando “solo” dei potenti effetti allucinogeni che davano l’impressione di volare.
Lo Stramonio (o Erba della Strega o Erba del Diavolo) era la preferita dalle streghe per provocare visioni. Pianta altamente tossica che può portare alla morte, in giuste dosi viene oggigiorno impiegata contro il morbo di Parkinson.
La Mandragora è antisettica e sedativa: la sua assunzione eccessiva provoca tachicardia, aumento di pressione, nausea, vomito, diarrea, convulsioni, allucinazioni. In dosi moderate è efficace contro gli stessi sintomi e la follia. Si usava portarsene addosso un pezzetto per proteggersi dalle sventure.
La Verbena (o Erba della Croce) è la pianta degli incantesimi: raccolta all’alba dopo un sacrificio e sfregata sul corpo, si diceva avesse il potere di esaudire ogni desiderio; è utile contro reumatismi, mal di denti e menopausa.
Il Melo è l’albero definito nella tradizione cristiana “della conoscenza del bene e del male”. Sia il sidro che se ne ricava e i suoi frutti allungano la vita, abbassano la febbre e tolgono il mal di gola. Per la sua “doppiezza” è usato anche in pratiche di bassa magia per incantesimi d’amore o per distruggere una persona.
Il Sambuco (o Albero Fatato), abitato da esseri soprannaturali, può essere causa di morte per l’odore dei suoi fiori e frutti. I fiori hanno proprietà diuretiche, i frutti sono lassativi e corteccia e foglie, se usati con molta cautela, combattono le affezioni delle vie urinarie. I frutti del sambuco nero sono altamente tossici e causano sintomi di avvelenamento.
La Vite, erba della vita, legata alle feste Dionisiache, al ciclo di nascita e morte, resurrezione e nuova vita. Sotto forma del suo succo, si beve il “sangue del Cristo”. Dona ebbrezza ma se, se ne abusa, è distruttivo per il fisico.
Il Salice, albero legato alla luna e alle streghe: foglie e gemme curano l’insonnia e calmano gli impulsi sessuali; la corteccia calma dolori reumatici e influenza. È da questo albero che si estrae la sostanza che è uno dei componenti dell’aspirina.
E voi avete già preparato il vostro filtro del cuore?
Elisabetta